MASTOPLASTICA ADDITTIVA

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FOTOGALLERY MASTOPLASTICA ADDITTIVA

Definizione
L'intervento consiste nell’aumentare il volume del seno qualora ci sia un insufficiente sviluppo della ghiandola mammaria o si sia verificato uno svuotamento legato al tempo o a gravidanze. Lo scopo dell’intervento è donare volume e rotondità ad un seno piccolo mantenendone comunque l’aspetto naturale. E' un intervento semplice, poco doloroso, che dà risultati immediati e duraturi e lascia cicatrici minime e nascoste: rappresenta pertanto uno degli interventi ideali e più richiesti in chirurgia estetica.
Le protesi mammarie ad oggi più utilizzate e sicure sono costituite da silicone, un prodotto di sintesi creato in laboratorio, chimicamente inerte, non tossico, anallergico e ben tollerato dall’organismo. Non è dimostrata scientificamente alcuna cancerogenicità.
Generalmente si sottopongono all’intervento donne fra i 20 e i 30 anni con seno poco sviluppato o svuotato che desiderano, sul piano psicologico, affermare la propria femminilità; si tratta di un desiderio molto intenso al punto che, a volte, alcune donne si fanno operare malgrado una aperta opposizione o una totale indifferenza dei loro mariti o compagni.

La tecnica operatoria e l’anestesia
L’intervento si propone di restituire volume e plasticità ad seno piccolo posizionando all'interno di esso una protesi morbida di silicone. Si esegue in anestesia generale e dura circa 1 ora. Può essere effettuato in regime di day-hospital o con una notte di ricovero. Attraverso un’incisione nel solco sottomammario o intorno alla metà inferiore dell’areola oppure sotto l'ascella, si introduce la protesi e la si colloca a seconda delle pazienti tra il muscolo grande pettorale e la ghiandola mammaria oppure al di sotto del muscolo. Le protesi mammarie possono essere rotonde o anatomiche (a goccia), di vari volumi ed ognuna presenta indicazioni specifiche legate alla paziente. Durante l’intervento vengono posizionati drenaggi al di sotto delle protesi ed appena terminato si effettua una medicazione elasto-compressiva.

Il postoperatorio
Il postoperatorio è breve e non presenta disagi particolari se non un dolore molto soggettivo trattabile con farmaci analgesici. Nei giorni successivi all’intervento, vengono rimossi i drenaggi. Una settimana dopo l'intervento si toglie la medicazione e la paziente può ammirare subito il nuovo aspetto del seno. Un certo grado di gonfiore e qualche ecchimosi impiega circa 15 giorni per scomparire. I punti di sutura vengono rimossi a 12 giorni dall’operazione. Viene consigliato l’uso di un reggiseno compressivo per almeno un mese.
Le attività quotidiane possono comunque essere intraprese 6-7 giorni dopo l'intervento, mentre quelle sportive circa 1 mese dopo.

Risultati
Il seno si presenta subito più grande e del tutto naturale. La morbidezza e l'elasticità definitiva si hanno a 3-6 mesi dopo l'intervento, allorché i tessuti mammari si saranno modellati sulla protesi. Particolarmente positivi sono gli effetti psicologici: la valorizzazione della propria femminilità porta la paziente ad avere una maggiore sicurezza e fiducia in sé stessa.
La durata delle protesi è molto variabile grazie ai nuovi metodi di produzione industriale; attualmente le maggiori case produttrici mondiali garantiscono a vita le protesi per quel che concerne rotture o difetti di produzione.
In una piccola percentuale di casi la reazione cicatriziale che si forma sempre attorno alla protesi può essere eccessiva e determinare un aumento della consistenza del seno: è la cosiddetta "capsula periprotesica" che può richiedere in qualche caso limite la necessità di reintervenire per la sostituzione della protesi. Tale complicanza non è prevedibile preoperatoriamente in quanto legata esclusivamente alla paziente.

Associazione protesi mammarie e Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule (Bia-ALCL)
E’ stata recentemente evidenziata un’eventuale relazione fra le protesi mammarie ed una rara forma di Linfoma di tipo Non-Hodgkin, il cosiddetto Bia-ALCL (Anaplastic Large Cell Lymphoma) che non è un tumore della mammella, ma del sistema linfatico. L’incidenza attualmente rilevata in Italia è, secondo i dati del Ministero, di 2.8 casi su 100.000 (0.0028%) e sembra essere più frequente in alcuni tipi di impianti protesici a testurizzazione aggressiva (si sono verificati casi anche con protesi a leggera testurizzazione, con protesi liscie ed al poliuretano. Questa malattia si evidenzia nella grande maggioranza dei casi con un importante versamento sieroso (sieroma) all'interno della mammella, non infiammatorio (senza febbre) e a distanza di anni dall’intervento; nelle pazienti il sieroma si manifesta con un improvviso aumento volumetrico della mammella; in questi casi la paziente dovrà contattare immediatamente il chirurgo e dovrà eseguire una ecografia mammaria con rimozione del liquido sieroso che verrà fatto esaminare; è importante sottolineare che sieroma freddo non vuole dire presenza di Linfoma, perchè la quasi totalità dei sieromi tardivi sono assolutamente senza associazione con il linfoma. La paziente con Bia-ALCL ha una prognosi eccellente con guarigione clinica, se trattata precocemente con la capsulectomia e la rimozione delle protesi. Soltanto in casi molto più rari il Bia-ALCL si manifesta come una massa palpabile periprotesica ed in questo caso dovrà essere effettuata una biopsia della massa.
Si raccomanda un corretto follow up annuale anche in assenza di sintomatologia.
Qui sotto potrete trovare il documento PDF del parere del Ministero della Sanità su questa associazione.

Parere del Ministero della Sanità

MASTOPLASTICA RIDUTTIVA

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Definizione
E' l’intervento a cui si ricorre quando il seno, a causa di un eccessivo sviluppo durante la pubertà o per un aumento di volume legato ad un aumento di peso, risulta voluminoso e crea, oltre che importanti conseguenze sul piano psicologico, affettivo e sociale, fastidiosi disturbi fisici; le dimensioni ed il peso delle mammelle costringono infatti le pazienti a vizi di postura causando dolori alla schiena ed eventualmente nei casi più gravi scoliosi. Le gigantomastie, in particolare, dovrebbero essere operate senza esitazioni; in queste casi, infatti, l'intervento riduttivo consente un grandissimo miglioramento estetico, funzionale e psicologico della donna.

La tecnica operatoria e l’anestesia
L'intervento si esegue in anestesia generale e dura circa 3 ore; è necessario un ricovero di 1-2 giorni.
Consiste nel riposizionare il complesso areola-capezzolo nella sua sede originale, asportando l’eccesso di ghiandola mammaria. Valutata l’entità dell’ipertrofia mammaria, si disegna sulla cute della paziente la quantità di pelle e di ghiandola mammaria da eliminare e la nuova collocazione del complesso areola-capezzolo; si procede quindi all’asportazione della ghiandola e della cute in eccesso, al sollevamento della ghiandola residua ed alla risalita del complesso areola-capezzolo nella giusta posizione finale. Al termine dell’intervento vengono posizionati dei drenaggi. Sulla seno infine vengono applicati cerotti e bendaggi compressivi
Le cicatrici finali risulteranno attorno all’areola, lungo il solco sottomammario ed una verticale che dall’areola va al solco sottomammario (l’aspetto sarà quello di una T rovesciata o di un’ancora).

Il postoperatorio
Il dolore postoperatorio è scarso non essendo intervenuti sulla muscolatura del torace. I drenaggi vengono rimossi dopo 2 giorni circa, mentre i cerotti ed i bendaggi compressivi dopo 4-7 giorni; quindi si utilizza un reggiseno compressivo per altre 2 settimane. Il quattordicesimo giorno vengono rimossi i punti. Le attività quotidiane possono comunque essere intraprese 7-10 giorni dopo l'intervento, mentre quelle sportive circa 1 mese dopo.

Risultati
I risultati sono immediati e duraturi; il seno si presenta subito in una posizione più elevata del normale: ciò è voluto dal chirurgo in considerazione del fatto che il seno per effetto della gravità scenderà nel giro di un mese nella posizione corretta. La morbidezza e l'elasticità definitiva si raggiungono 1-2 mesi dopo l'intervento, allorché l’edema dei tessuti sarà risolto. Il seno infine acquista una nuova plasticità ed un volume proporzionato alla costituzione della paziente.
Particolarmente positivi sono gli effetti psicologici: la valorizzazione della propria femminilità porta la paziente a una maggiore sicurezza e fiducia in sé stessa; non da meno i risvolti funzionali con la ripresa di tutte quelle attività che non potevano essere intraprese prima a causa del dolore e dell’ingombro del seno.

MASTOPESSI (con o senza protesi mammarie)

Mastopessi senza protesi mammarie

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Mastopessi con protesi mammarie

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Definizione:
E' l’intervento a cui si ricorre quando il seno, a causa di un forte dimagrimento, di una o più gravidanze, dell’allattamento o più semplicemente dell’età, risulta rilassato e cascante (ptosi mammaria).
L'intervento consiste nel riposizionare la ghiandola mammaria ed il complesso areola-capezzolo nella sua sede originale; nel caso in cui vi sia un volume mammario scarso verranno inserite anche delle protesi si silicone. Il seno acquista così una nuova plasticità ed una forma molto giovanile.

L'intervento e l’anestesia
L’intervento si esegue in anestesia generale e dura circa 3 ore; è necessaria una notte di degenza. Inizialmente si valuta l’entità dell’inestetismo, la nuova collocazione della ghiandola e del complesso areola-capezzolo e la quantità di pelle da eliminare; si procede quindi al sollevamento della ghiandola e, dopo aver asportato il tessuto cutaneo in eccesso sopra e sotto l’areola, si fa risalire anche questa nella giusta posizione finale. Se il volume mammario risulta particolarmente scarso o se la paziente richiede anche un aumento del seno, verranno posizionate al di sotto del muscolo pettorale o al di sopra di esso (dipende dai casi) delle protesi mammarie. Al termine dell’intervento, vengono posizionati dei drenaggi. Sulla seno infine vengono applicati cerotti e bendaggi compressivi.
Le cicatrici finali dipendono dall’entità della ptosi mammaria: nei casi di media gravità risulteranno una attorno all’areola ed una verticale che dall’areola va al solco sottomammario e che si prolunga lateralmente sempre nel solco sottomammario; nelle ptosi severe oltre alle cicatrici appena descritte sarà presente anche un prolungamento mediale della cicatrice presente nel solco sottomammario (l’aspetto sarà quello di una T rovesciata); in alcuni casi ben selezionati minime ptosi mammarie potranno invece essere corrette con tecnica detta round-block, che consente di avere un’unica cicatrice attorno all’areola (senza quella verticale e del solco sottomammario).

Il postoperatorio
Il dolore postoperatorio è scarso non essendo intervenuti sulla muscolatura del torace.
Qualora vengano inserite le protesi il dolore sarà maggiore, ma comunque controllato dalla terapia analgesica. I drenaggi vengono rimossi dopo 2 giorni circa, mentre i cerotti ed i bendaggi compressivi dopo 4-7 giorni; dopodiché si utilizza un reggiseno compressivo per altre 2 settimane. Il quattordicesimo giorno vengono rimossi i punti. Le attività quotidiane possono essere intraprese 7-10 giorni dopo l'intervento mentre quelle sportive circa 1 mese dopo.

Risultati
I risultati sono immediati e duraturi; il seno si presenta subito in una posizione più elevata del normale: ciò è cercato dal chirurgo in considerazione del fatto che il seno per azione della gravità scenderà nel giro di un mese nella posizione corretta. La morbidezza e l'elasticità definitiva si raggiungono 1-2 mesi dopo l'intervento, allorché l’edema dei tessuti sarà risolto. Particolarmente positivi sono gli effetti psicologici: la valorizzazione della propria femminilità porta la paziente ad avere una maggiore sicurezza e fiducia in sé stessa.

PER LA MASTOPESSI CON PROTESI: Associazione protesi mammarie e Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule (Bia-ALCL)
E’ stata recentemente evidenziata un’eventuale relazione fra le protesi mammarie ed una rara forma di Linfoma di tipo Non-Hodgkin, il cosiddetto Bia-ALCL (Anaplastic Large Cell Lymphoma) che non è un tumore della mammella, ma del sistema linfatico. L’incidenza attualmente rilevata in Italia è, secondo i dati del Ministero, di 2.8 casi su 100.000 (0.0028%) e sembra essere più frequente in alcuni tipi di impianti protesici a testurizzazione aggressiva (si sono verificati casi anche con protesi a leggera testurizzazione, con protesi liscie ed al poliuretano. Questa malattia si evidenzia nella grande maggioranza dei casi con un importante versamento sieroso (sieroma) all'interno della mammella, non infiammatorio (senza febbre) e a distanza di anni dall’intervento; nelle pazienti il sieroma si manifesta con un improvviso aumento volumetrico della mammella; in questi casi la paziente dovrà contattare immediatamente il chirurgo e dovrà eseguire una ecografia mammaria con rimozione del liquido sieroso che verrà fatto esaminare; è importante sottolineare che sieroma freddo non vuole dire presenza di Linfoma, perchè la quasi totalità dei sieromi tardivi sono assolutamente senza associazione con il linfoma. La paziente con Bia-ALCL ha una prognosi eccellente con guarigione clinica, se trattata precocemente con la capsulectomia e la rimozione delle protesi. Soltanto in casi molto più rari il Bia-ALCL si manifesta come una massa palpabile periprotesica ed in questo caso dovrà essere effettuata una biopsia della massa.
Si raccomanda un corretto follow up annuale anche in assenza di sintomatologia.
Qui sotto potrete trovare il documento PDF del parere del Ministero della Sanità su questa associazione.

Parere del Ministero della Sanità

ASIMMETRIA MAMMARIA

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Definizione
L'asimmetria mammaria e' una condizione per la quale un seno e' di forma o volume o entrambi, diverso dall'altro. Una lieve asimmetria e' un fenomeno molto comune tra le donne; meno comune e quindi suscettibile di correzione chirurgica e' avere un seno decisamente diverso dall'altro, quindi un'asimmetria marcata; puo' coesistere anche un'anomala disposizione o numero del complesso areola capezzolo (ectopia e politelia).
A seconda dell'eziologia, si possono dividere in congenite ed acquisite.
- Congenite: generalmente tale difetto si rende evidente nell'adolescenza e puo' manifestarsi come: amastia (assenza della ghiandola mammaria) od ipomastia (deficit di sviluppo). Esistono anche delle sindromi nel cui corteo di sintomi la mammella si presenta ipotrofica (Sindrome di Poland). Il mancato o ridotto sviluppo di una delle mammelle durante il periodo adolescenziale e' percepita dalla paziente non solo come un problema corporeo, ma coinvolge spesso la sfera della sessualità e socialità.
- Acquisite: derivano principalmente da cause traumatiche, infettive e iatrogene (esiti interventi chirurgici o radioterapia).

L'intervento e l'anestesia
La simmetrizzazione (correzione) avviene utilizzando tecniche diverse a seconda dell'entita' del problema, quindi aumentando il seno piu' piccolo, oppure riducendo e sollevando quello piu' grande od anche utilizzando entrambe le tecniche. Sicuramente l'inserimento di protesi e' la tecnica di correzione più frequente, soprattutto quando l'asimmetria e' lieve. C'e' anche la possibilita', in casi di mammelle piccole di utilizzare due protesi di volume diverso, in maniera tale da aumentare il volume dei seni ma contemporaneamente compensare, con la protesi di grandezza maggiore, il seno di volume minore.
Un particolare tipo di asimmetria mammaria e' la cosiddetta "mammella tuberosa" caratterizzata da mammelle la cui forma ricorda quella di un tubero cioe' allungata in avanti con una base di impianto molto piccola. In questi casi la correzione e' particolarmnente complicata e richiede sicuramente una buona esperienza in merito da parte dell'operatore.
In questi anni si e' sempre piu' affermato un ulteriore tipo di intervento: e' possibile infatti, in alternativa alle protesi, aumentare il seno piu' piccolo con innesti del proprio grasso (o lipofilling); in tal modo e' possibile prelevare il grasso dalle aree di accumulo del proprio corpo (superficie esterna delle cosce, addome e fianchi, ginocchia, etc.) come fosse una piccola lipoaspirazione, e reinserirlo nella mammella più piccola dopo opportuno trattamento. La paziente avra' dunque un beneficio nella zona di inserzione (la mammella piu' piccola), ed altrettanto avverra' nella sede di prelievo, con la riduzione del cuscinetto adiposo al pari di una piccola liposuzione. L’attecchimento del grasso nella mammella è soprattutto funzione della qualità del grasso prelevato e della modalità di reinserzione. Poiche' l'attecchimento e' variabile, mediamente circa il 60% del grasso impiantato attecchisce, occorre programmare diversi interventi (da effettuarsi a distanza di circa 3 mesi) per raggiungere il volume finale desiderato della mammella. Il risultato e' considerato definitivo dopo circa 2 mesi. Tale tecnica sembra essere sicuramente, nei casi meno gravi, la soluzione vincente. Purtroppo pero' rimane il dubbio da parte di una buona schiera di senologi e radiologi circa il fatto che possano verificarsi in seguito difficolta' diagnostiche nell'indagare la mammella con l'ecografia e la mammografia per lo screening del tumore mammario.
Esiste infine una condizione chiamata Sindrome di Poland in cui oltre alla mancanza completa della mammella spesso concomita anche l'assenza del muscolo grande pettorale. Tale condizione richiede l'uso di un intervento piu' complesso in grado di ricostruire anche il muscolo grande pettorale (ricostruzione con muscolo grande dorsale+protesi mammaria).
Non esiste quindi un intervento chirurgico standard che sia applicabile alle diverse forme di asimmetria, ma il chirurgo e' chiamato di volta in volta a cambiare strategia chirurgica per riportare ad una condizione di "normalita'" le mammelle.

Risultati
La correzione chirurgica di queste asimmetrie e' di solito richiesta dalla giovane paziente che vive con grave disagio psicologico il verificarsi di questa trasformazione del suo corpo. Dopo l'intervento il recupero della simmetrizzazione delle mammelle determina un notevole aumento dell'autostima che si ripercute sulla sfera sessuale e sociale.

NEL CASO DI INSERIMENTO DI PROTESI: Associazione protesi mammarie e Linfoma Anaplastico a Grandi Cellule (Bia-ALCL)
E’ stata recentemente evidenziata un’eventuale relazione fra le protesi mammarie ed una rara forma di Linfoma di tipo Non-Hodgkin, il cosiddetto Bia-ALCL (Anaplastic Large Cell Lymphoma) che non è un tumore della mammella, ma del sistema linfatico. L’incidenza attualmente rilevata in Italia è, secondo i dati del Ministero, di 2.8 casi su 100.000 (0.0028%) e sembra essere più frequente in alcuni tipi di impianti protesici a testurizzazione aggressiva (si sono verificati casi anche con protesi a leggera testurizzazione, con protesi liscie ed al poliuretano. Questa malattia si evidenzia nella grande maggioranza dei casi con un importante versamento sieroso (sieroma) all'interno della mammella, non infiammatorio (senza febbre) e a distanza di anni dall’intervento; nelle pazienti il sieroma si manifesta con un improvviso aumento volumetrico della mammella; in questi casi la paziente dovrà contattare immediatamente il chirurgo e dovrà eseguire una ecografia mammaria con rimozione del liquido sieroso che verrà fatto esaminare; è importante sottolineare che sieroma freddo non vuole dire presenza di Linfoma, perchè la quasi totalità dei sieromi tardivi sono assolutamente senza associazione con il linfoma. La paziente con Bia-ALCL ha una prognosi eccellente con guarigione clinica, se trattata precocemente con la capsulectomia e la rimozione delle protesi. Soltanto in casi molto più rari il Bia-ALCL si manifesta come una massa palpabile periprotesica ed in questo caso dovrà essere effettuata una biopsia della massa.
Si raccomanda un corretto follow up annuale anche in assenza di sintomatologia.
Qui sotto potrete trovare il documento PDF del parere del Ministero della Sanità su questa associazione.

Parere del Ministero della Sanità

GINECOMASTIA

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Definizione
La regione toracica, con particolare riferimento alla regione mammaria, può presentarsi particolarmente accentuata anche nell'uomo con aspetti di tipo femminile. La causa di tale deformità può essere legata ad uno sviluppo eccessivo della ghiandola mammaria oppure ad un accumulo di tessuto adiposo; nella maggior parte di casi entrambi questi aspetti possono essere presenti: si parla pertanto di ginecomastia a prevalenza ghiandolare (ginecomastia vera), a prevalenza adiposa (ginecomastia falsa) o di entrambe (ginecomastia mista). L’intervento chirurgico sarà diverso a seconda della componente del difetto: lipoaspirazione da sola per la ginecomastia falsa, mastectomia sottocutanea con conservazione del capezzolo per quella vera e l’unione delle due tecniche per quella mista. Per questo motivo una visita accurata preoperatoria è indispensabile per valutare il tipo di ginecomastia, il grado di severità, lo stato della cute e dei muscoli della regione; è inoltre molto utile richiedere un'ecografia per valutare lo stato ghiandolare ed adiposo della ginecomastia.

L’intervento e l’anestesia
L'intervento chirurgico può essere realizzato nei casi meno gravi in anestesia locale, mentre nei casi più significativi richiede l'anestesia generale. Può comunque essere effettuato in regime di day-hospital in presenza degli opportuni requisiti. Se la causa primaria della ginecomastia è l'ipertrofia del tessuto ghiandolare, è necessario asportare l'eccesso con un'escissione chirurgica tradizionale realizzata attraverso un'incisione a semicerchio posta al limite della metà inferiore dell'areola (mastectomia sottocutane); in caso di presenza anche di un eccesso cutaneo è necessario prolungare l'incisione attorno a tutta l'areola ed asportare un anello di cute circostante facendo cadere la cicatrice finale attorno all'areola stessa con tecnica tipo "round block". Se la causa primaria è invece l'eccesso adiposo, è più opportuno realizzare una semplice lipoaspirazione dell’eccesso di grasso. Nelle ginecomastie miste invece, per raggiungere un risultato soddisfacente, è opportuno combinare entrambe le metodiche. L'intervento termina con l’inserimento dei drenaggi (non necessari con la sola lipoaspirazione) ed una medicazione di tipo elasto-compressivo.

Il postoperatorio
Il dolore, per quanto lieve, è ben controllato con farmaci analgesici. E’ necessario assumere antibiotici per bocca per 6 giorni dopo l’intervento. Dopo 49 ore si sostituisce la medicazione con una canottiera contentiva che viene indossata per circa un mese. I punti vengono rimossi dopo due settimane. Le normali attività vengono riprese dopo 24-49 ore seppur con cautela negli sforzi, mentre l'attività sportiva intensa con i muscoli pettorali deve essere sospesa per circa un mese. Possono essere presenti ecchimosi e gonfiore per alcuni giorni, mentre una certa anestesia della regione trattata può persistere per alcuni mesi. L'esposizione diretta al sole va evitata per un mese e per i 2 mesi successivi è bene fare uso di creme protettive al fine di evitare discromie permanenti sulle cicatrici.

Risultati
L’effetto estetico è molto evidente fin da subito, benché sia presente un certo edema postoperatorio; il risultato si può considerare definitivo dopo circa 1 mese. Le complicanze sono rare e legate essenzialmente ad ematomi e sporadicamente sierosi. A volte possono residuare piccole asimmetrie che comunque nei casi più evidenti possono essere corrette chirurgicamente in ambulatorio ed in anestesia locale. Sul piano psicologico, il paziente, se l’intervento ha soddisfatto appieno i suoi desideri, ritrova subito un nuovo equilibrio ed una maggiore fiducia in sé stesso.

ADDOMINOPLASTICA E MINIADDOMINOPLASTICA

Addominoplastica

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Mini-Addominoplastica

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Definizione
Normalmente si pensa che chi ha un problema estetico all'addome abbia una pancia grossa e cadente, il cosiddetto "addome pendulo"; ciò è vero, ma solo in parte. La chirurgia estetica, infatti, oltre all'addome pendulo corregge anche tutti i difetti addominali che compaiono in pance magre: pieghe cutanee, smagliature o accumuli di grasso che si formano appunto poco sotto l'ombelico rappresentano il 30% circa di tutti gli interventi di chirurgia estetica all'addome.
In pratica, oltre all'addominoplastica c'è anche la mini-addominoplastica, ed il chirurgo, dopo una visita accurata, può consigliare l'intervento più adatto.
Il tipico addome pendulo è quello che assume l’aspetto "a grembiule" a causa di una piega che i tessuti rilassati formano sopra la zona pilifera sovrapubica. In questo caso vi è un eccesso di adipe e di cute che vanno rimossi mediante tecnica chirurgica associata alla "trasposizione dell’ombelico" nella quale appunto anche l'ombelico deve essere ricostruito; al contrario, la miniaddominoplastica consiste nell’asportazione della cute e del grasso in eccesso sottombelicale conservando l’ombelico nella posizione originaria e spesso si associa a lipoaspirazione.
L’intervento e l’anestesia
L'addominoplastica si esegue in anestesia generale; l'intervento ha una durata compresa fra le 2 e le 3 ore e richiede un ricovero di almeno 24-49 ore.
L'incisione viene eseguita subito sopra ai peli pubici e si prolunga lateralmente nei casi più estesi sino al fianco (spina iliaca); si separa quindi la cute ed il tessuto adiposo sottocutaneo dal piano muscolo-fasciale addominale sottostante giungendo in alto sino all'arcata costale; i muscoli, qualora necessario, vengono riavvicinati sulla linea mediana ed il piano fasciale viene rinforzato; la cute viene stirata verso il basso e la porzione in eccesso viene asportata; l'ombelico, in precedenza isolato dalla restante cute addominale, viene riposizionato e sistemato nella posizione corretta. Generalmente vengono inseriti due drenaggi e lasciati in sede per 24-72 ore nella maggioranza dei casi. L'intervento si conclude con una medicazione contenitiva.
La cicatrice finale sarà localizzata rasente la zona pilifera del pube; sarà dunque orizzontale, bassa, più o meno estesa lateralmente a seconda della pelle da eliminare; in ogni caso uno slip di ragionevoli dimensioni (non un bikini) potrà nasconderla completamente. Anche attorno all'ombelico vi sarà una cicatrice più o meno circolare, che col tempo tenderà a confondersi con la depressione naturale dell'ombelico stesso.
La miniaddominoplastica può essere realizzata anche in regime di day-hospital ed in anestesia locale con sedazione anestesiologica; l’incisione è limitata alla regione sovrapubica e lo scollamento dei tessuti sino alla regione ombelicale; la quantità di cute sottombelicale rimossa quindi è notevolmente inferiore rispetto all’addominoplastica completa; nella maggior parte dei casi, per ottenere un risultato migliore, si associa anche una lipoaspirazione dell’addome.
La durata della procedura è di circa 60- 90 minuti.
La cicatrice finale come quella dell’addominoplastica sarà orizzontale e localizzata rasente la zona pilifera del pube ma notevolmente più corta (tipo taglio cesareo); nelle pazienti così che presentano già una cicatrice da parto cesareo è possibile effettuare la miniaddominoplastica senza aggiungere nuove cicatrici.

Il postoperatorio
Il dolore postoperatorio è modesto, mentre può essere maggiore se è stato necessario correggere i piani muscolari; in ogni caso, è controllato da un normale analgesico. I punti vengono rimossi dopo 14 giorni. E’ possibile alzarsi ed iniziare a camminare già il giorno successivo all'intervento. E' necessario usare una pancera elastica per un mese. L'attività può essere gradualmente ripresa dopo una settimana, mentre sforzi fisici importanti ed attività sportiva intensa devono essere evitati per 30- 45 giorni. Le cicatrici tendono ad arrossarsi ed essere più evidenti nelle prime settimane; è necessario attendere circa 12 mesi perché diventino più chiare.

Risultati
I risultati sono evidenti fin da subito, benché sia presente un certo edema postoperatorio; possono considerarsi definitivi dopo circa 3 mesi. Sul piano psicologico, il paziente, se l’intervento ha soddisfatto appieno i suoi desideri, ritrova subito un nuovo equilibrio ed una maggiore fiducia in sé stesso.

LIPOASPIRAZIONE

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FOTOGALLERY LIPOASPIRAZIONE

Definizione
Pur essendo gli accumuli adiposi uno degli inestetismi più diffusi, risulta quello meno accettato dal pubblico femminile; possono presentarsi in forma lieve come ad esempio semplici cuscinetti localizzati dalla vita in giù, oppure in forma grave caratterizzando una vera e propria lipodistrofia; sono dovuti essenzialmente a fattori costituzionali (razza, ereditarietà, predisposizione a disturbi circolatori) e sono aggravati da squilibri alimentari, sedentarietà, vestiti troppo stretti ecc.
E' bene sottolineare che la liposuzione è un intervento chirurgico che deve essere realizzato nelle giuste indicazioni, da chirurghi plastici opportunamente formati in grado di scegliere altre soluzioni quando necessario; rispettando le regole l'intervento è certamente sicuro e consente risultati spesso sorprendenti. Le indicazioni ideali sono comunque rappresentate dall'accumulo di cuscinetti adiposi in zone precise che non rispondono positivamente alla dieta ed all'esercizio fisico; possono essere trattate così tutte le parti del corpo che presentino caratteristiche di questo tipo (arti inferiori, superiori, doppio-mento, glutei, fianchi, addome, regione toracica).
Due aspetti fondamentali sono da considerare: il primo è che la lipoaspirazione non può sostituire la dieta, ma può eventualmente seguirla od integrarla al fine di migliorare complessivamente la silhouette della persona; il secondo che la sicurezza dell’intervento è superiore al raggiungimento della perfezione estetica a tutti i costi e che quindi la quantità di grasso da aspirare non è illimitata (come vorrebbero molte pazienti), ma dipende da numerosi fattori e solo il chirurgo è in grado di definirne l'entità.
Sempre più spesso alla lipoaspirazione si associa la procedura chirurgica di lipofilling è una sorta di intervento opposto e complementare alla liposuzione; con il lipofilling, parte delle cellule adipose, prelevate in un distretto corporeo del paziente (tecnica di impianto autologo), vengono reimpiantate, tramite infiltrazione, in una zona che necessita di un certo riempimento. Lo scopo della liposuzione si potrebbe riassumere in una parola: rimodellamento; ma, tenendo conto che l’azione precisa di questa tecnica chirurgica è l’asportazione dei volumi, si intuisce che, in alcune zone, per ottenere una buona plasticità e rotondità, non è solo necessario togliere e appianare alcune curve ma, al contrario, sarebbe auspicabile crearne di nuove. La combinazione delle tecniche di liposuzione e lipofilling è il percorso chirurgico ideale per chi desidera un rimodellamento completo della silhouette, con un nuovo bilanciamento armonico di pieni-vuoti studiato appositamente per rendere gradevole e sensuale il profilo del corpo.

L’intervento e l’anestesia
A seconda delle indicazioni, l'intervento può essere eseguito in anestesia locale con sedazione, in anestesia spinale od in anestesia generale. Nei casi più cospicui, potrà essere opportuno pianificare due distinte sedute operatorie al fine di ottenere il miglior risultato. La durata dell’intervento varia da mezz'ora a due ore circa e richiede, nella maggior parte di casi la permanenza solo giornaliera in clinica (day-hospital).
L’intervento consiste nell'aspirare il grasso sottocutaneo introducendo una cannula di pochi millimetri di diametro sotto la pelle attraverso piccole incisioni (3-4 mm.) solitamente nascoste in pieghe naturali (solco gluteo, inguine).
All'estremità della cannula vi è un foro e la cannula stessa è collegata ad una pompa aspirante che risucchia il grasso senza difficoltà rimuovendolo definitivamente. L’intervento si conclude con le suture delle piccole incisioni e con il posizionamento di guaine contenitive appositamente progettate.
Con il lipofilling il grasso aspirato può eventualmente essere reimpiantato, dopo opportuna purificazione, in aree che necessitino di essere riempite.

Il postoperatorio
Il dolore varia a seconda della quantità di grasso aspirato: si può non avvertire alcun disagio, oppure per i primi giorni, avere un certo indolenzimento nella zona operata. Le ecchimosi, quasi sempre presenti nei giorni successivi all’intervento, scompaiono in genere in 15-20 giorni, mentre il gonfiore impiega in genere 2 o 3 mesi a risolversi completamente. I punti vengono rimossi dopo 10 giorni. La guaina si toglie dopo 7 giorni e per i 15-20 giorni successivi si consiglia di indossare un collant elastico 140 denari e di effettuare leggeri massaggi linfodrenanti presso operatori qualificati. Le attività quotidiane possono comunque essere intraprese 3-7 giorni dopo l'intervento, mentre quelle sportive circa 1 mese dopo.

I risultati
La qualità del risultato finale dipende dal tipo di pelle, dalla costituzione del paziente e dal suo tono muscolare. La liposuzione agisce solo sul volume di grasso e molto poco sull'aspetto esteriore della pelle che conserverà il proprio aspetto anche dopo l'intervento; tuttavia più la pelle è tonica ed elastica maggiore sarà l'uniformità e la perfezione del risultato; per questo i risultati migliori si ottengono nelle donne giovani e per questo se la pelle è più rilassata occorre non eccedere nell'aspirazione del grasso.
In sostanza i risultati possono essere davvero spettacolari sul piano estetico, o portare semplicemente a una benefica riduzione dei volumi di grasso con riduzione del senso di peso e di tensione alle gambe.
Il grasso rimosso non si riforma più, ma non va dimenticato che un eventuale aumento significativo di peso comporterà inevitabilmente una ridistribuzione del grasso accumulato su tutta la superficie corporea.

LIPOFILLING LIPOSTRUTTURA

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FOTOGALLERY LIPOFILLING LIPOSTRUTTURA

Definizione
La procedura chirurgica di lipofilling è una sorta di intervento opposto e complementare alla liposuzione. Con il lipofilling, parte delle cellule adipose, prelevate in un distretto corporeo del paziente (tecnica di impianto autologo), vengono reimpiantate, tramite infiltrazione, in una zona che necessita di un certo riempimento. Lo scopo della liposuzione si potrebbe riassumere in una parola: rimodellamento; ma, tenendo conto che l’azione precisa di questa tecnica chirurgica è l’asportazione di volumi, si intuisce che, in alcune zone, per ottenere una buona plasticità e rotondità, non è solo necessario togliere e appianare alcune curve ma, al contrario, sarebbe auspicabile crearne di nuove. Ecco lo scopo del lipofilling: donare turgore, rotondità e curve armoniche laddove comunemente si possono creare degli inestetici punti di vuoto.
La combinazione delle tecniche di liposuzione e lipofilling è il percorso chirurgico ideale per chi desidera un rimodellamento completo della silhouette, con un nuovo bilanciamento armonico di pieni-vuoti studiato appositamente per rendere gradevole e sensuale il profilo del corpo. Il lipofilling viene utilizzato frequentemente anche nella correzione di difetti o avvallamenti esito di pregresse liposuzioni.

L’intervento e l’anestesia
Sia che venga effettuato come unica procedura o in associazione con la lipoaspirazione, può essere effettuato in regime ambulatoriale o di day-surgery. L’intervento da solo viene prevalentemente effettuato in anestesia locale con sedazione anestesiologica, mentre se è associato alla lipoaspirazione spesso in anestesia spinale o generale. Consiste nel prelievo di tessuto adiposo dalla regione addominale o da altra sede in modo atraumatico con piccole cannule di 1-2 mm di diametro collegate a siringhe; quindi il grasso prelevato viene purificato e successivamente impiantato nella regione da trattare. Le incisioni per il prelievo e quindi le cicatrici vengono posizionate in aree nascoste (ombelico, inguine) e sono sempre molto piccole. Il lipofilling tradizionale comportava importanti riassorbimenti con risultati insoddisfacenti anche nei casi più favorevoli; sulla base di importanti esperienze di chirurghi americani sono state apportate significative modifiche sia nella purificazione del grasso prelevato, sia nella modalità di iniezione dello stesso nella sede ricevente,con risultati molto più interessanti ed attualmente il lipofilling, se applicato nelle opportune indicazioni, consente risultati piuttosto favorevoli.

Il postoperatorio
E' necessaria un'antibioticoterapia, mentre il dolore è controllato da analgesici per via orale.
E' generalmente presente un certo edema della regione associato ad ecchimosi per alcuni giorni; l'edema e l'ecchimosi possono essere molto più pronunciati in caso di interventi importanti e durare anche una diecina di giorni. Nell’area di prelievo si posizionano guaine o bendaggi elastici da portare per una decina di giorni. I punti di sutura si rimuovono dopo 7 giorni. Le normali attività vengono riprese dopo 24-49 ore seppur con cautela negli sforzi, mentre l'attività sportiva deve essere sospesa per circa un mese.
E' bene evitare l'esposizione al sole per circa un mese ed attendere il parere del chirurgo prima di farlo.

Risultati
I risultati sono visibili fin da subito ma devono essere valutati a distanza di 3-4 mesi per considerarli definitivi; infatti in questo periodo può presentarsi un certo grado di riassorbimento che può indurre a ripetere la procedura a distanza di alcuni mesi. Sul piano psicologico, il paziente, se l’intervento ha soddisfatto appieno i suoi desideri, ritrova subito un nuovo equilibrio ed una maggiore fiducia in sé stesso.

LIFTING COSCE

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FOTOGALLERY LIFTING COSCE

Definizione
L'interno coscia eccessivamente rilassato è un difetto che affligge soprattutto le donne e non sempre è legato all'età o alla perdita di peso eccessivo. L’interno coscia è infatti il punto più critico per le gambe: rassodarlo sembra praticamente impossibile ed il cedimento di questa zona appesantisce lo slancio della gamba intera.
l termine lifting indica l'innalzamento chirurgico dei tessuti rilassati allo scopo di produrre un notevole effetto di ringiovanimento; nel caso delle cosce è l'intervento chirurgico che va a ridurre od eliminare l'eccesso cutaneo della parte interna della coscia dovuto ad un calo ponderale o più semplicemente all'età.
A volte, soprattutto in caso di importanti dimagrimenti, l'intervento può essere esteso anche alla regione glutea ed alla parte interna della coscia realizzando in tal modo un lifting circonferenziale della coscia.
L'indicazione migliore è in caso di eccesso cutaneo in una paziente di peso normale o di poco superiore alla norma, poiché in questi casi le cicatrici saranno minime ed il risultato molto notevole.

L’intervento e l’anestesia
L’intervento si svolge in anestesia generale o in anestesia spinale con una notte di degenza ed ha la durata di circa 2 ore. Comporta delle incisioni estese dalla regione inguinale fino alla parte interna della radice della coscia a cui segue l’asportazione della cute in eccesso, la pelle viene quindi stirata verso l'alto ed ancorata con punti profondi ai tessuti sottostanti. In caso di lifting circonferenziale si aggiunge una cicatrice longitudinale lungo la faccia interna più nascosta della coscia al fine di ottenere una migliore correzione e tono cutaneo di tutto l’arto; si asporta così anche la pelle in eccesso dell’interno coscia e si suturano le ferite chirurgiche. Vengono posizionati dei drenaggi alla fine dell’intervento.

Il postoperatorio
Il dolore è moderato e comunque ben tollerato con farmaci analgesici. I drenaggi vengono rimossi in genere il giorno successivo; i punti dopo 15 giorni. La guaina viene mantenuta per 1-2 settimane. E' possibile camminare già dopo 24 ore, anche se sono consentiti solo piccoli spostamenti; generalmente è opportuno l’astensione dal lavoro per almeno 7-10 giorni. La doccia è consentita dopo una settimana. L'attività fisica può essere ripresa dopo circa un mese e mezzo. Le cicatrici non devono essere esposte al sole per almeno 6 mesi.

Risultati
Le cicatrici nella maggior parte dei casi rimangono nelle pieghe inguinale e glutea e possono essere coperte dallo slip; nel caso in cui sia necessario il lifting circonferenziale sarà presente anche una cicatrice longitudinale nell’interno coscia che giunge quasi fino al ginocchio. In alcuni casi in cui vi sia una grande tensione verso il basso, vi è la possibilità ad aver una diastasi delle cicatrici inguinali (cioè le cicatrici si allargano) e una discesa delle stesse leggermente al di sotto della piega inguinale; in questi casi è opportuno un intervento correttivo a distanza di 6-12 mesi.
Nel complesso l’intervento è in grado di ridare slancio alle gambe e consente di indossare nuovamente pantaloni aderenti o gonne corte in uno stato di grande armonia.

LIFTING BRACCIA

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FOTOGALLERY LIFTING BRACCIA

Definizione
Il lifting del braccio è l’intervento chirurgico per il modellamento delle braccia che abbiano subito una perdita di tono cutaneo e risultino così flaccide. Il trattamento delle braccia in chirurgia estetica, rimane ancora oggi legato a vecchi concetti: l’avvento della liposuzione, non ha modificato molto l’approccio estetico di questa regione ed il motivo principale è la scarsa capacità di retrazione della pelle delle braccia; infatti esse tendono a svuotarsi dell’eccesso di grasso diminuendo di volume, ma perdono nello stesso tempo ancor più di tono con un aumento drammatico del difetto. Questa premessa per far capire come non sia facile trattare esteticamente le braccia senza realizzare incisioni estese.
Allo stato attuale la chirurgia estetica delle braccia viene effettuata mediante una liposuzione per svuotarne il contenuto di grasso ed un lifting per asportare la pelle eccedente; l’incisione cutanea del lifting lascia una cicatrice residua, sottile che rimarrà per sempre localizzata nel cavo ascellare e nei casi più gravi potrà estendersi longitudinalmente nella parte interna del braccio fino al gomito.

L’intervento e l’anestesia
L’intervento dura circa 2 ore e si effettua in anestesia generale con una notte di degenza. Inizia con una lipoaspirazione della parte interna del braccio asportando praticamente la maggior quantità di grasso possibile; quindi si procede all’incisione brachiale con l’asportazione di tutta la pelle eccedente e si sutura la cute. Alla fine dell’intervento si posiziona un drenaggio di tipo aspirativi e si applica un bendaggio elasto-compressivo.

Il postoperatorio
Non è un intervento doloroso. I drenaggi vengono rimossi uno o due giorni dopo, mentre i punti dopo 14 giorni. Si consiglia di evitare sforzi con le braccia per tre settimane. La guaina semicompressiva sulle braccia si rimuove dopo 7 giorni. La normale ripresa dell’attività avviene 7-10 giorni dopo; l’attività sportiva e gli sforzi dopo 1 mese.

I risultati
L’effetto estetico di miglioramento delle braccia è evidente anche pochi giorni dopo l’intervento, benché siano ancora presenti ecchimosi e gonfiori; questi inconvenienti abbastanza frequenti si riducono molto rapidamente per scomparire nel giro di qualche settimana.
Le cicatrici nella maggior parte dei casi rimangono arrossate per circa un mese e dopo sei mesi sono completamente chiare. Esse sono localizzate solo sotto l’ascella nei casi più lievi, mentre in quelli più severi anche lungo la parte interna del braccio alle volte fino al gomito. E’ importante in questo periodo non esporre al sole le cicatrici. Nel complesso l’intervento è in grado di ridare slancio alle braccia e consente di indossare nuovamente canottiere in uno stato di grande armonia.

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